QUEL CHE C’È DA SAPERE
Secondo uno studio dell’Ocse, se non si adotteranno provvedimenti efficaci, gli oltre tre milioni di morti premature calcolati nel 2010 potrebbero raddoppiare o triplicare entro il 2060 e comportare costi pari a circa 2,6 trilioni di dollari, pari all’uno per cento del Pil globale, in termini di giorni di malattia, spese mediche e minor produzione agricola.
Il maggior aumento dei tassi di mortalità per inquinamento atmosferico è previsto India, Cina, Corea e in paesi dell’Asia centrale, come l'Uzbekistan, dove l’aumento della popolazione e le città congestionate esporranno un maggior numero di persone alle emissioni inquinanti derivanti dal traffico e dalle centrali elettriche, e dove si avranno i maggiori danni economici, in termini di minor produttività del lavoro e maggiori costi sanitari. I tassi di mortalità prematura sono invece previsti come stabili negli Stati Uniti e in diminuzione in Europa occidentale, grazie agli sforzi per passare a energie e trasporti più puliti.
Lo studio dell'Ocse, intitolato The Economic Consequences of Outdoor Air Pollution, stima anche i maggiori costi personali dovuti agli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute, che passerebbero da meno di 500 dollari del 2015 sino a 2.800 nel 2060.