Oggi:

2024-03-29 08:57

Alla Camera procedura d’urgenza per le proposte di legge sulla gestione pubblica delle acque

QUEL CHE C’È DA SAPERE

La commissione ambiente della Camera ha iniziato l’esame delle linee generali delle due proposte di legge presentate in materia di “gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque”, dopo che nella passata legislatura la Camera aveva approvato un testo, che poi era rimasto fermo in Senato.

Le due proposte in discussione ora sono del M5S, prima firmataria Federica Daga, e del Pd, prima firmataria Chiara Braga. La proposta del M5S ricalca quella di partenza della scorsa legislatura, mentre quella del Pd ricalca il testo approvato dalla Camera nell’aprile 2016. Ora le due proposte sono state inserite in una procedura d’urgenza e quindi la commissione ambiente dovrebbe concluderne l’esame entro la fine di novembre.

Entrambe le proposte dettano i princìpi con cui deve essere utilizzato, gestito e governato il patrimonio idrico nazionale, nonché quella di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell'acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale. Il perseguimento di questa finalità, però, viene attuata con modalità differenti, come riassume un dossier dell’Ufficio studi della Camera.

Mentre il Pd si mantiene entro il percorso segnato dalla normativa vigente, il M5S opera scelte che spesso invertono la direzione finora seguita in materia, a partire dalla governance del servizio idrico integrato (SII): mentre il Pd conferma l’attuale quadro organizzativo, il M5S prevede l’istituzione di un consiglio di bacino, quale ente di governo dell'ambito territoriale ottimale (ATO), in sostituzione degli attuali enti di governo dell’ATO. Entrambe le proposte intervengono poi sulla delimitazione degli ATO, in particolare sulla norma secondo cui gli ambiti sub-regionali devono comunque essere non inferiori agli ambiti territoriali corrispondenti alle province o alle città metropolitane. Al posto di questo limite, il Pd prevede il rispetto dei criteri stabiliti dal Codice dell’ambiente, mentre il M5S rovescia la norma attuale, prevedendo che l’affidamento avvenga in ambiti non superiori agli ambiti territoriali corrispondenti alle province o alle città metropolitane.

Le proposte divergono, inoltre, sulla qualificazione del SII: mentre il Pd conferma la sua natura di servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività, il M5S considera il SII un servizio pubblico locale di interesse generale (ma non economico) e non destinato ad essere collocato sul mercato in regime di concorrenza. Di conseguenza, il M5S prevede che l’affidamento del SII avvenga esclusivamente in favore di enti di diritto pubblico, mentre il Pd si limita a precisare che l’affidamento diretto a favore di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo per la gestione in house, comunque partecipate dagli enti locali ricadenti nell'ATO, rappresenta la modalità di affidamento prioritaria. In conseguenza della scelta delineata nella sua proposta di legge, il M5S prevede la ripubblicizzazione della gestione del SII, con la decadenza automatica di tutte le forme di gestione affidate in concessione a privati con scadenza posteriore al 31 dicembre 2020.

Le due proposte differiscono anche per quanto riguarda l’assetto delle funzioni di governo pubblico del ciclo dell'acqua: mentre il Pd si limita in buona parte a ribadire l’attuale attribuzione di competenze, il M5S prevede il trasferimento al ministero dell'Ambiente delle funzioni di regolazione e di controllo dei servizi idrici attualmente attribuite all'Arera, nonché l’istituzione di un Comitato interministeriale a cui sono attribuite le competenze relative alla programmazione delle grandi opere infrastrutturali a livello di reti idrauliche di rilievo nazionale, nonché all'acqua per uso umano, comprese le bevande, e per usi produttivi ed energetici.

Le differenze tra le due proposte si riflettono sul finanziamento del SII, che per il Pd è assicurato solo dalla tariffa e dalle risorse nazionali ed europee, come prevede l’attuale normativa, mentre per il M5S è assicurato anche dalla fiscalità generale.