QUEL CHE C’È DA SAPERE
La Commissione europea ha pubblicato la valutazione delle proposte di Piani nazionali integrati per l'energia e il clima (Pnec) presentati dagli Stati membri, rilevando che i “contributi verso le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica previsti attualmente dai Piani non sono sufficientemente ambiziosi da permettere all'Ue nel suo insieme di raggiungere gli obiettivi che si è data in materia di energia e clima; per far ciò sarà necessario un salto di qualità collettivo”.
Secondo Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione e delegato all'Unione dell'energia, “in un lasso di tempo relativamente breve tutti gli Stati membri sono riusciti ad elaborare proposte notevoli, ma la proposta perfetta non esiste. Le raccomandazioni della Commissione indicano gli aspetti nei quali sono necessari maggiori sforzi in vista della scadenza di fine anno per la presentazione dei piani definitivi: chiedono ad esempio maggiore ambizione, una descrizione più dettagliata delle politiche, maggiori precisazioni sui bisogni di investimento o maggiori sforzi sull'equità sociale”.
Il commissario europeo per il Clima e l'Energia, Miguel Arias Cañete, ha invitato “il Consiglio ad avviare una discussione sulle principali priorità indicate dalla Commissione, così da aiutare la stesura di piani definitivi che presentino un adeguato livello di ambizione”.
La Commissione europea ha analizzato le proposte di Piani nazionali valutandone il contributo aggregato, a livello di Ue, verso gli obiettivi dell'Unione dell'energia e i traguardi per il 2030 (32% per le fonti rinnovabili, 32,5% per l'efficienza energetica). Allo stato attuale, afferma la Commissione, “le proposte di Pnec presentano contributi insufficienti sia per le fonti rinnovabili sia per l'efficienza energetica: per le fonti rinnovabili la lacuna da colmare potrebbe arrivare a 1,6 punti percentuali; per l'efficienza energetica, potrebbe essere addirittura di 6,2 punti percentuali (se si considera il consumo di energia primaria) o di 6 punti percentuali (se si considera il consumo di energia finale)”.
Per quanto riguarda la proposta di Pnec dell’Italia, la Commissione europea formula nove raccomandazioni, osservando che il nostro paese “dovrebbe muovere dalle interconnessioni positive tra politiche e misure previste, evidenziate nella proposta di piano, per approfondire l'analisi delle interconnessioni programmatiche più problematiche, in particolare tra la dimensione della decarbonizzazione e quelle della sicurezza energetica e del mercato interno. È attesa un'analisi più dettagliata per quanto riguarda in particolare: i) le conseguenze del graduale abbandono degli impianti termoelettrici a carbone e la prospettata evoluzione del ruolo del gas nel mix energetico; ii) il modo in cui ottenere una forte penetrazione delle fonti rinnovabili; iii) l'effetto del meccanismo italiano di remunerazione della capacità sui prezzi per i consumatori di energia; iv) la prospettata evoluzione delle sovvenzioni ai combustibili fossili. Analogamente, gli obiettivi della dimensione della ricerca, innovazione e competitività devono sostenere gli sforzi previsti per le altre dimensioni dell'Unione dell'energia”.
La Commissione Ue ricorda che il regolamento sulla governance impone a ciascuno Stato membro di tenere in debita considerazione le raccomandazioni della Commissione nel Pnec da presentare entro il 31 dicembre 2019; lo Stato membro che non dà seguito a una raccomandazione o a una parte considerevole della stessa deve motivare la propria decisione e pubblicarne la motivazione.