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2024-03-29 08:24

Com’era bella la mia valle: piccola storia della devastazione paesaggistica della Daunia

di: 
Flavio Santoro

Questo articolo l’ha scritto un signore di Candela in provincia di Foggia. Il testo e le foto sono sue, l'impaginazione è mia. Ti prego di divulgare al massimo questo articolo, soprattutto presso giornali, giornalisti e amici. Io sono stato là 1 mese fa (mia madre è nata a Candela), è una catastrofe paesaggistica. Dalla cima del paese si possono osservare 300/400 pale eoliche nei dintorni. Me lo ha fatto notare il mio amico e l'ho visto pure io. Il suo nome è Flavio Santoro. Se gli scrivi e gli dici anche solo che il suo articolo ti ha colpito gli farà sicuramente un grande piacere. Lui, in pratica, si batte da solo contro dei giganti. Si sente proprio solo. Ciao e grazie. Marco Galliano

A Sud della provincia di Foggia, nell’agro del comune di Candela vi è una contrada divisa in poderi nati dopo la riforma agraria del 1950, tutt’intorno ci sono antiche masserie e si gode un panorama unico. La natura ci circonda: a poche centinaia di metri c’è l’area protetta del fiume Ofanto, di fronte si erge l’imponente vista del bellissimo monte del Vulture e tutt’intorno ci sono i campi, campi a perdita d’occhio. Tanto per darvi un’idea: in primavera siamo immersi nel profumo dei mandorli fioriti e nei mille colori delle fioriture campestri, in primavera inoltrata e poi in estate i campi di grano virano dal verde mare al giallo oro (avete presente il bellissimo film di Gabriele Salvatores “Io non ho paura”?), in estate siamo circondati dal rosso dei pomodori maturi…

Lì per mia libera scelta di vita abito e vivo da sempre, perché mi piace la natura, mi piacciono i suoi colori, i suoi odori, i panorami, i suoi silenzi. Ho sempre pensato di vivere in un piccolo paradiso terrestre, ma i sogni belli, si sa, a volte possono interrompersi bruscamente.  Andò così.

Il panorama degli altopiani e dei monti della vicina Irpinia piano, piano, è stato trasformato da torri eoliche che spuntavano imponenti come dei vulcani in eruzione; all’inizio, anche se la visione mi dava fastidio, pensavo “vabbè, sono lontani e producono energia pulita…”. Poi un giorno nella piazza del mio piccolo paese i discorsi degli agricoltori cambiarono improvvisamente, non si discuteva più di quanti quintali di grano o pomodori o asparagi erano stati raccolti, ma piuttosto di quante pale eoliche erano state promesse dagli “amici” (qui da noi il termine “sviluppatore” è sconosciuto).

Quando, all’inizio del 2006, cominciai a veder spuntare anemometri come funghi vicino alla zona dove abito mi allarmai e mi rivolsi al mio Primo Cittadino; il sindaco mi tranquillizzò: nelle zone rurali intorno alle nostre abitazioni non era prevista l’istallazione di torri eoliche.

Nel 2007 assistetti alla presentazione del Piano Regolatore degli Impianti Eolici (PRIE) comunale e percepii che le cose stavano in maniera molto diversa da come me le avevano prospettate: volevano costruire delle centrali eoliche proprio vicino alle nostre case. Presentai allora delle osservazioni al piano; le avevo anche fatte sottoscrivere da alcuni compaesani, andando casa per casa e rendendomi conto che molti ignoravano completamente la questione. Tutte le nostre osservazioni furono rigettate, sapete perché? Perché la giunta comunale non era persuasa dell’incompatibilità esistente tra i generatori industriali eolici (alti 130 metri con pale da 90 metri di diametro e potenza pari a 2 Megawatt) e le vicine case rurali abitate da noi poveri cittadini.

Emblematico: il comune ci ha sempre detto che noi viviamo in una zona ad altissimo indice di abitabilità rurale, sta pure scritto nel nuovo PUG. Significa che si tratta di zone rurali con un indice di abitabilità molto alto rispetto alla media del comprensorio, però stranamente nei progetti di siti industriali eolici presentati alla regione Puglia (con l’avallo delle autorità locali) dette zone vengono descritte come “zone con rare case abitate”.

Il futuro mega-progetto eolico della Edison, che si estenderà per 20 km e attraverserà il territorio del nostro comune con un impatto devastante, non ha avuto nessuna osservazione contraria durante la fase istruttoria. Guarda caso, nella descrizione sommaria del progetto resa di pubblico dominio non era indicato che avrebbe interessato anche le zone rurali ad alto indice di abitabilità in cui viviamo. Così l’impianto ha ricevuto l’autorizzazione unica e sono state approvate ben 9 torri da 2 MW che verranno istallate nelle contrade Posta Fissa, Canestrello e Farascuso del nostro comune. Alcune torri sorgeranno a meno di 500 metri dalle case rurali abitate anche da famiglie con bambini. Nel mio caso a soli 150 metri dal confine dei terreni della mia famiglia e ciò mi impedirà, di fatto, per motivi di sicurezza di circolare e lavorare nei campi.

Ho dedicato molto tempo e, purtroppo, molti denari per la difesa dei nostri diritti. L’ho fatto anche a costo di passare per il solito Don Chisciotte. Ho dovuto affrontare con battaglie, e con la perdita anche di persone che credevo amiche, le cattive lingue ed il fango che solo nel nostro profondo ma bellissimo sud sanno appiccicarti addosso quando vai a toccare gli interessi dei soliti pochi, legati questa volta alla lobby eolica. Ma alla fine con la capa tosta che mi ritrovo sono riuscito a coinvolgere almeno alcune famiglie che verranno danneggiate da questo progetto e abbiamo presentato un ricorso al TAR. Purtroppo non sono riuscito a coinvolgere tutta la comunità rurale, peccato, perché il danno sarà collettivo.

In un contesto di crisi economica, con il settore agricolo al disastro, i cosiddetti “sviluppatori” hanno gioco facile. Quando essi si presentano agli agricoltori (specialmente se questi sono residenti solo sulla carta) e propongono loro degli interessanti canoni di affitto, ai proprietari terrieri non pare vero che possono guadagnare certe cifre rischiando nulla e senza lavorare, specialmente se vengono taciuti gli impatti negativi degli impianti eolici sulla popolazione.

D’altra parte in Italia prima sono stati concessi gli incentivi più alti del mondo e poi sono state fatte le norme attuative, non era difficile capire come sarebbe andata a  finire… Ora porci rimedio è difficile. Va a sciuppua l’uoss damocc a lu cuan, diciamo al mio paese: “È molto difficile togliere l’osso dalla bocca del cane”, specialmente se questo ha molta fame…

Senza programmazione non ci può essere sviluppo sostenibile, ma solo la speculazione economica di pochi ai danni della collettività e del territorio. Questo lo dice uno che non è contrario per principio alle energie rinnovabili, le persone che vivono immerse nella natura sanno forse più degli altri apprezzare ciò che la natura offre gratis: il sole, il vento, l’acqua. Noi siamo solo contrari gli abusi e alle speculazioni.

Siamo continuamente bombardati a livello mediatico da notizie e opinioni che ci dicono che le energie rinnovabili sono verdi. Che eolico e fotovoltaico a terra sono tecnologie ecologiche, a zero impatto ambientale. Solo pochissimi sanno invece che i siti industriali eolici oltre ad emettere il rumore da movimento meccanico, udibile anche a chilometri di distanza, emettono rumori a bassa frequenza che danno vita a una serie di disturbi chiamati WTS – Sindrome da Turbina Eolica.

Da circa 2 anni nell’agro del comune di Ascoli Satriano hanno istallato un enorme sito industriale costituito da torri eoliche di grossa taglia della Daunia Wind, la nostra contrada è a poche centinaia di metri dal confine amministrativo, la mia casa è a circa 3 chilometri in linea d’aria dalla centrale eolica.

Le serate di primavera e soprattutto d’estate, di solito le trascorriamo all’aria aperta per poterci godere il calare del sole o lo spuntare della luna, e soprattutto, per contemplare i nostri pensieri nell’assoluto silenzio che solo chi vive in aperta campagna può godere. Però una serata serena di agosto, mentre ero assorto nei miei pensieri, sono stato distratto da un sottile ma ben udibile rumore di sottofondo, molto simile al rumore di un treno che sfreccia sui binari udito a chilometri di distanza in aperta campagna. Be’ può essere… Così ho rivolto lo sguardo verso la ferrovia che collega la tratta Foggia con Potenza, a più di 5 chilometri di distanza, ma non ho visto nessun treno in transito. Una goccia di sudore freddo mi ha attraversato la schiena: “Vuoi vedere che sono le pale eoliche?”, mi sono detto.

La sera dopo mi recai da due famiglie di amici che hanno la sfortuna di abitare a circa un chilometro e mezzo in linea d’aria dalle pale eoliche. Si sentiva chiaramente il brusio di fondo con il classico vrom-vrom, ma la cosa che mi colpì di più fu quando essi mi raccontarono alcuni dei disturbi subiti a seguito dell’istallazione delle torri eoliche: difficoltà nei collegamenti, sia col cellulare, sia con internet (da noi ci si può collegare a internet solo con le chiavette); pessima qualità visiva della TV che subiva uno “sfarfallamento” dovuto al roteare delle pale. Rimasi di ghiaccio al solo pensare alle conseguenze che avremmo subito noi quando sarebbe stato realizzato a meno di 500 metri dalle nostre case il progetto della Edison con torri alte 130 metri!

La maggior parte della popolazione locale non avverte (ancora) il problema, la cosa appare piuttosto lontana, sfumata.  Come dargli torto, si fa passare solo il messaggio delle energie pulite, a impatto zero, che danno un grosso aiuto economico alle disastrate economie locali. Basti pensare al tema che ha accomunato tutti i candidati nell’ultima campagna elettorale locale senza alcuna distinzione politica: l’argomento principale è stato l’utilizzo delle risorse ricevute dall’istallazione dei siti industriali eolici. Sono sempre state taciute le conseguenze negative che ricadranno sul territorio e, cosa molto più grave, si è fatto credere che le briciole che queste lobby elargiscono per i danni ambientali sono risorse immense.

In realtà i politici stanno svendendo il territorio – il nostro bellissimo Sud – per un piatto di lenticchie e senza che ci sia un vero sviluppo economico per la popolazione locale. In un piccolo paese come Candela sarebbe bastata l’istallazione di una o due torri eoliche per avere abbastanza energia da soddisfare il fabbisogno locale e dare gli stessi ritorni economici che si avranno dagli impianti esistenti e previsti: un centinaio di pale eoliche, un impianto da 10 MW di fotovoltaico a terra già autorizzato e la centrale turbogas della Edison…

Siamo assediati dai progetti di siti industriali eolici, il nostro territorio comunale ha un’estensione piuttosto piccola, solo pochi giorni fa è stato autorizzato dalla regione l’ultimo progetto eolico, è quello della Far Power: si tratta di 13 torri di grossa taglia. Poi c’è quello incombente della Edison di 26 torri autorizzato da più di un anno. Nel nostro comune sono già state istallate circa 20 torri, ma c’è una massa di progetti eolici già depositati. Se venisse approvato anche solo il 40% dei progetti presentati, il paese volerebbe via considerata la piccola superficie del territorio comunale.

Il contesto che ci circonda è devastante: tutti i paesi del sub Appennino Dauno meridionale e dell’Irpinia posseggono già centinaia di torri eoliche e il disastro paesaggistico è visibile anche da lontano. Il panorama che offre il nostro bel paese (una volta il paese dei colli Ameni) quando si arriva percorrendo la superstrada da Foggia è drammaticamente mutato, sembra che l’abitato abbia una spada di Damocle sulla testa… beh in realtà tante spade di Damocle.

E’ questa la Puglia di cui il nostro governatore va fiero? E’ questa la Puglia da cartolina che vorrebbe pubblicizzare a fini turistici? O non è forse questo un perfetto esempio di come si dilapida la ricchezza principale di una regione? Di come si cambiano brutalmente i connotati di un territorio e si stravolge la natura in nome delle energie rinnovabili?

Grazie, grazie molte… a nome dei tanti pugliesi che la Puglia la amano davvero  e continuano ad amarla nonostante tutto.

Non mollare, Flavio!

Grazie Flavio. Grazie perché hai (scusa se ti do del tu ma per quello che hai scritto ti sento come un fratello) accentuato la mia nostalgia per Candela. Mi chiamo Daniele Paradiso, e, anche se nato a Bari, ho trascorso la mia infanzia e l'adolescenza a Candela dove mio padre era capostazione. Vivo a Milano ormai da 28 anni ma il mio cuore è rimasto li, in quel paese posto su due bellissime colline e in quei posti meravigliosi che tu hai saputo descrivere in modo eccezionale. Quei luoghi (Farascuso, Postafissa, Canestrello ma anche Rio Salso, la valle dell' Ofanto ecc.) evocano in me, quotidianamente, una nostalgia al limite delle lacrime. Erano davvero stupendi ed io ci scorazzavo spesso con gli amici in bicicletta. Negli ultimi anni, però, mi è capitato di ritornare a Candela ed ho visto quello che tu hai raccontato dettagliatamente. Quelle pale eoliche sono per me delle enormi lance nel cuore. Vedere deturpato il "mio" paesaggio in quella maniera mi fa star male veramente. Non so come potrò aiutarti (credo servano a ben poco i like ed i condividi sui social, ma, te lo prometto, farò di tutto per diffondere la lotta che stai, direi eroicamente, portando avanti. Non mollare e viva sempre Candela!!!!