PROGETTI EOLICI DEVASTANTI
Pubblichiamo la lettera aperta che numerosi cittadini residenti in Valmarecchia, supportati da Italia Nostra, dal WWF (sezioni di Rimini e Forlì Cesena) e da altre associazioni e comitati, intendono inviare ai governatori di Toscana ed Emilia Romagna per difendere l'alta Valmarecchia - il meraviglioso territorio del Montefeltro- dall’invasione di impianti eolici, ben 52 aerogeneratori di 180-200 metri, in aree ad alto rischio idrogeologico, con l’abbattimento di ettari di bosco e con impatti irreversibili su aree naturali protette. Maggiori informazioni qui. Chi volesse sottoscrivere la lettera, può farlo qui entro il 19 gennaio 2024.
In Copertina: Elaborazione immagine Italia Nostra
Al Presidente della Regione Toscana
Eugenio Giani
Al Presidente della Regione Emilia Romagna
Stefano Bonaccini
La Bellezza salverà il mondo. Si sarebbe tentati di credere che, almeno in parte, nei processi decisionali, si tenga davvero conto del significato profondo di questa citazione, oggi comunemente abusata. Con amarezza, invece, ci si ritrova costantemente di fronte a delusioni cocenti. Come nel caso specifico, oggetto della nostra lettera.
L'impianto eolico di taglia industriale, denominato Badia del Vento - il primo di una serie di progetti, presentati alla Regione Toscana, che andrebbe a modificare radicalmente e irreversibilmente l’habitat dell’alta Valmarecchia e della Valtiberina - è nelle fasi conclusive del proprio iter autorizzativo. La ditta proponente, nonostante precise richieste, non ha apportato nessuna modifica sostanziale al progetto inizialmente presentato.
Erano e restano sette aerogeneratori alti 180 metri, previsti lungo il crinale del Monte Loggio, nel comune di Badia Tedalda (Arezzo), a pochi metri dal confine con il comune di Casteldelci (Rn) in Emilia Romagna.
Questi aerogeneratori sono previsti in area non idonea*, con sforamento delle quote tutelate in palese violazione alla normativa vigente**, in aree soggette a vincolo idrogeologico e prospicienti zone di dissesto, a ridosso di beni culturali tutelati e aree naturali protette e con prevedibili impatti devastanti sull’ambiente e sulle risorse. Basterebbe questo a rendere evidente l’incompatibilità di tali progetti invasivi con un territorio così prezioso e al contempo fragile.
Invece, dalla lettura del documento di convocazione della seconda Conferenza dei Servizi chiamata a deliberare in merito, prevista per il 24 gennaio 2024, si può chiaramente dedurre l’intenzione delle istituzioni toscane preposte di procedere al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’impianto.
Numerosi enti, associazioni e gruppi di liberi cittadini, nei mesi scorsi, hanno presentato una lunga lista di contributi e di osservazioni per evidenziare, con dati oggettivi, le enormi criticità e, in estrema sintesi, l’inidoneità dell’area ad ospitare questo tipo di impianti eolici - e tutto il loro indotto - nonché il concreto rischio per la sicurezza del territorio, esortando la Regione Toscana a tenere conto degli effetti cumulativi che si genererebbero per la realizzazione delle infrastrutture, nel rispetto delle direttive europee.
Ma le persone che vivono il territorio non sono state e non sono minimamente tenute in considerazione. Nell’implementazione di questo progetto e di tutti gli altri che sono stati presentati in seguito - che andrebbero a colonizzare letteralmente tutto il crinale appenninico di confine fra alta Valmarecchia e Valtiberina - non è stata prevista alcuna forma di partecipazione, negoziazione e confronto con le comunità locali.
Anzi, chi abita e ama il territorio è costretto a vivere il paradosso di doversi difendere proprio da chi dovrebbe svolgere un’azione di tutela, secondo un esplicito articolo della Costituzione.***
Il danno imposto dai signori dell’industria eolica sarebbe enorme: un territorio massacrato e ridotto a periferia industriale - con danni collaterali enormi per la biodiversità e per l’economia locale, in primis le attività turistiche e culturali.
Non possiamo che rilevare come il concetto di sostenibilità e quello di transizione energetica, sfruttato per sostenere la necessità di tali operazioni, abbia in realtà perso ogni valore e sia ormai ridotto a mero slogan che legittima ogni azione e forma di estrattivismo e sfruttamento dei territori.
Siamo purtroppo di fronte a una condizione di inganno concettuale in cui diviene possibile una contrapposizione elettiva tra il Bene e la Bellezza, una distinzione astratta e strumentale tra l'ambiente e il paesaggio, tra idealismo delle istanze estetiche/paesaggistiche e realismo delle necessità economiche. La narrazione corrente parla infatti di "sacrificio necessario". Il sacrificio della Bellezza.
Crediamo che questo sacrificio non sia necessario. Crediamo che l’inestimabile patrimonio comune del nostro paese non debba vivere sotto minaccia costante.
Chiediamo a coloro che decidono di fermarsi e riflettere. Chiediamo che l’opinione delle persone, dei cittadini, degli abitanti di questo paese, venga tenuta in considerazione e non sia costantemente ignorata o, peggio, schernita.
Chiediamo che chi ha la responsabilità di tutelare gli interessi della collettività, di fronte alla crisi energetica e ambientale correnti prenda decisioni in modo serio, trasparente e pianificato senza lasciare il tutto alla mercé del libero mercato.
Fiduciosi che prevalgano Buon Senso e Legittimità, porgiamo i nostri più cordiali saluti.
* ai sensi delle rispettive normative Regionali e dell’art. 20 comma 8, lett. c-quater, del D. Lgs. 199/2021 con cui è stata recepita la Direttiva 2018/2001/UE
** Legge n. 42/2004, art. 142, comma 1, lettera d
*** La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. (Articolo 9 della Costituzione, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 27 dicembre 1947, n. 298, edizione straordinaria, come modificato dalla LEGGE COSTITUZIONALE 11 febbraio 2022, n. 1)
le distanze di rispetto non si rispettano?
Ho letto che queste sette pale eoliche sono previste a due chilometri dal paese di Casteldelci.
La legge dice che gli impianti eolici devono stare a più di 3 km dai beni sottoposti a tutela. Questo limite non è rispettato, perchè a Casteldelci sono presenti diversi beni culturali, basta leggere dal sito emiliaromagnaturismo.it:
"Oggi si può godere della Casteldelci medievale ripercorrendo il Ponte Vecchio e ammirando le torri di Gattara, la torre del Monte e quella Campanaria. Visitando la Casa Museo, un viaggio nel tempo condurrà il visitatore dalla pre e protostoria fino all’epoca romana e medievale."
Se la Regione Toscana approverà il progetto, lo farà violando la legge.
Aggiungo che si tratta di una regione sostanzialmente scarsa di vento, quindi non ci vengano a raccontare che tutto questo serve a salvare il pianeta. Senza incentivi pagati da Pantalone a nessuno verrebbe in mente di fare impianti eolici in quelle zone.