Oggi:

2024-12-11 06:51

Monitorare i Progressi sulla Riduzione delle Emissioni di Metano

DA DUBAI A BAKU

di: 
Flavia Sollazzo

In vista della COP di Baku, l’autrice, Senior Director per la transizione energetica in Europa di Environmental Defense Fund (EDF), traccia per noi il quadro dei miglioramenti nella riduzione delle emissioni dirette di metano. Miglioramenti ancora troppo lenti, sebbene tutti i dati dimostrino che ridurre si può (e si deve) fare subito.

In Copertina: Foto Pergam-Italia.

 

Come sottolineato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), “I conflitti regionali e le tensioni geopolitiche hanno evidenziato le fragilità dell'attuale sistema energetico globale, mettendo in luce la necessità di politiche più intelligenti e di investimenti maggiori per accelerare e ampliare la transizione verso tecnologie più pulite e sicure”. La temperatura media globale è già aumentata di circa 1,2°C rispetto ai livelli preindustriali. Il 2024 segna l'estate più calda mai registrata. Le recenti inondazioni catastrofiche in Spagna, così come altri eventi simili in tutto il mondo, evidenziano l'urgenza di ridurre immediatamente le emissioni.

 

Progressi limitati dalla COP28

Anche se gli effetti del cambiamento climatico sono difficili da ignorare, i progressi restano troppo lenti. Sebbene le conclusioni di COP28 siano state significative, lo slancio che hanno suscitato ad oggi è stato limitato, così come le risorse finanziarie: una delle discussioni ai tavoli della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale nei pochi giorni che ci separano dall’imminente COP29. Senza azioni concrete, gli obiettivi climatici continueranno ad essere disattesi. Sebbene le energie rinnovabili stiano aumentando la loro quota nel mix energetico globale, i combustibili fossili continuano a dominare. La riduzione delle emissioni di metano da petrolio e gas è una priorità urgente per rallentare il riscaldamento a brevissimo termine, poiché il metano è un potente inquinante climatico.

Fonte: IEA, World Energy Outlook 2024 - Progettazione del contesto e dello scenario.

Organizzazioni non governative come Environmental Defense Fund, scienziati e istituzioni da tempo hanno promosso la necessità di ridurre le emissioni di metano per via del suo significativo potenziale di riscaldamento – fino a 84 volte quello della CO2 in 20 anni. Le emissioni di metano prodotte dall’attività umana sono responsabili di almeno il 30% del riscaldamento globale attuale.

Nel breve slancio sul tema in occasione della COP28, 50 compagnie petrolifere e del gas si sono impegnate a ridurre le emissioni quasi a zero entro il 2030, obbiettivo che, se pienamente raggiunto, potrebbe - sulla carta - ridurre le emissioni di metano upstream del 15%. Se i principali produttori facessero altrettanto, entro il 2030 le emissioni mondiali di metano upstream potrebbero essere addirittura dimezzate.

 

Il ruolo dell’UE nella riduzione del metano

Sempre più normative vengono adottate a livello globale come base legale per gli sforzi di riduzione delle emissioni. La nuova normativa UE sul metano è ora legge per tutti gli Stati membri, e la sua attuazione sarà cruciale per dimostrare la leadership europea in questo campo. Il successo di questa fase dipende dall’impegno dei governi nazionali in termini di ambizione e rapidità. Come primo passo, i governi dovranno designare le autorità competenti, che saranno chiamate a redigere i primi rapporti nel 2025. Entro il 2027 dovranno essere concordate regole per garantire che il petrolio e il gas importati rispettino gli stessi requisiti di quelli estratti a livello nazionale.

Pur con differenze nelle normative e nelle catene di approvvigionamento, i Paesi non partono da zero. Sono già disponibili numerosi strumenti, criteri e precedenti normativi per orientare i Paesi verso una preparazione adeguata. Ad esempio, molte aziende hanno adottato volontariamente i criteri della Oil and Gas Methane Partnership 2.0 per migliorare le proprie pratiche e monitorare le proprie emissioni. Inoltre, l’Italia è all’avanguardia per quanto riguarda l'innovazione tecnologica, e gli strumenti avanzati per il monitoraggio – la reportistica da enti di controllo come ARERA e ISPRA – funzionano bene e possono fornire un supporto sempre più prezioso ai legislatori, man mano che aumentano i dati disponibili.

 

Dalle promesse all'azione

Sebbene gli impegni presi segnino un passo nella giusta direzione, è ancora necessario vedere azioni concrete e il ritmo necessario per rispettare tali impegni. Una riduzione efficace delle emissioni di metano richiede un monitoraggio preciso. Per questo motivo, l’Agenzia internazionale per l'energia (IEA), UNEP e Environmental Defense Fund hanno recentemente annunciato 25 metriche per valutare se le compagnie petrolifere e del gas effettivamente rispetteranno gli impegni presi. Questo sarà possibile anche attraverso i dati forniti a breve da strumenti come MethaneSAT  e Carbon Mapper.

 

La spinta dell’Italia verso la leadership nel Mediterraneo

L’Italia ha sostenuto attivamente gli sforzi di riduzione delle emissioni metano: inserendo il tema nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) e nelle agende del G7. Il Piano Mattei italiano, pietra angolare della strategia internazionale del governo italiano,  ha focalizzato l'attenzione su progetti e partnership con i Paesi africani. Tuttavia, questo piano non affronta direttamente la riduzione delle emissioni di metano né la collaborazione con i Paesi partner per fronteggiare un problema così urgente. Esso dà priorità all'indipendenza energetica, all'accesso alle risorse, alle infrastrutture e agli aiuti allo sviluppo, con un focus a lungo termine sulle energie rinnovabili e sull'idrogeno. Anche se  queste sono aree cruciali, è necessario assumersi maggiori responsabilità per ottenere risultati concreti nella riduzione delle emissioni.

Attualmente, i singoli attori italiani segnalano spesso le loro attività internazionali, ma per garantire una vera coerenza, è indispensabile un'azione coordinata da parte di tutto il “sistema Italia” – governo, istituzioni e imprese. La società civile, i leader politici e i partner internazionali devono fare pressione affinché gli impegni assunti nei vertici del G7, nel PNIEC e in altri accordi si traducano in risultati tangibili. Le tecnologie di monitoraggio satellitare avranno un ruolo sempre più decisivo nel garantire trasparenza e responsabilità, fornendo informazioni cruciali a governi, aziende, investitori e al pubblico.

Perseguire la sicurezza e la sostenibilità energetica è una sfida globale, particolarmente vitale per la regione del Mediterraneo. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una collaborazione politica, industriale e normativa più forte e mirata. Molte compagnie petrolifere e del gas italiane e internazionali dichiarano di essere impegnate a decarbonizzare le loro attività, promuovendo partenariati di sviluppo e cooperazione con i Paesi africani e del Medio Oriente. Lo sono davvero?

Le domande fondamentali sono: come può l'Italia sostenere e rafforzare gli sforzi dei suoi partner per ridurre le emissioni di metano provenienti dalle attuali filiere di combustibili fossili, impegnandosi a superarle gradualmente e procedere verso la decarbonizzazione dei sistemi energetici? Come possono gli Stati europei garantire che i requisiti per le importazioni, a partire dal 2027, contribuiscano effettivamente alle necessarie riduzioni delle emissioni? L'Italia deve allineare i propri stakeholder e sfruttare tutti gli strumenti di monitoraggio possibili per promuovere trasparenza e far sì che ci sia una vera assunzione di responsabilità. Solo un'azione coordinata garantirà che l'Italia e l’intera regione del Mediterraneo possano raggiungere gli obiettivi climatici.