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2025-04-28 21:39

Fermate la Toscana Prepotente (e Scongiurate l’Autodafé Dentro il PD)

EOLICO IN ALTA VALMARECCHIA

di: 
Redazione

La Toscana sta per autorizzare un impianto eolico sui fragili crinali che segnano il confine con l’Emilia-Romagna. Se realizzato, il progetto aggraverebbe le condizioni di grave rischio idrogeologico per zone già colpite da frane e alluvioni sul versante romagnolo. Pubblichiamo l’interrogazione delle consigliere emiliano romagnole Emma Petitti e Alice Parma che reclamano un comportamento di leale collaborazione da parte della regione politicamente “sorella”.

In Copertina: Foto da Sanmarinortv


L’Alta Valmarecchia non è certo l’unico caso di sito naturalistico minacciato dall’eolico. Se l’Astrolabio se n’è occupato più e più volte è perché ci sembra incredibile che i progetti che insistono su quest’area sopravvivano e vadano verso l’approvazione, nonostante le forti opposizioni manifestate da istituzioni competenti a diverso titolo, fra cui,  in particolare, quella della regione politicamente “sorella” Emilia Romagna che, in caso di realizzazione delle turbine sul crinale al confine fra le due regioni, subirebbe danni irreparabili legati al dissesto idrogeologico nella zona notoriamente colpita da frane a seguito delle recenti alluvioni.  

Di più: l’opposizione ai progetti non riesce a “bucare” l’informazione nazionale sebbene le notizie si prestino a commenti di stringente attualità politica ed evochino un clima agitato interno al maggior partito di opposizione.

Solo le cronache locali, infatti, danno conto dell’imbarazzante querelle di un’associazione di rinnovabilisti,  “energia per l’Italia”, che se la prende con due consigliere regionali dell’Emilia-Romagna,  Emma Petitti e Alice Parma, ree di aver presentato un’interrogazione alla Giunta per sollecitare l’applicazione del principio di leale collaborazione con la Regione Toscana.

Evidentemente, l’associazione pensa di avere una qualche voce in capitolo dentro il PD,  se i suoi portavoce si permettono di concludere il loro comunicato con queste parole: “Chiediamo, quindi, con la massima urgenza alla responsabile nazionale della transizione ecologica del PD, nonché parlamentare Ue, Annalisa Corrado che le sconcertanti dichiarazioni di Parma e Petitti vengano pubblicamente sconfessate”.

Noi ci auguriamo, invece, che il PD voglia smentire anche il semplice sospetto di poter subire una simile interferenza da parte di un soggetto portatore d’interesse e, al fine di manifestare tutto il nostro appoggio alle due consigliere Petitti e Parma, pubblichiamo di seguito il testo integrale della loro interrogazione (un testo, peraltro, dai toni  moderati e costruttivi).

(R.F.)

 

Bologna, lì 04 febbraio 2025

Al Presidente dell’Assemblea Legislativa Maurizio Fabbri

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

 

La sottoscritta Consigliera

Premesso che

- i territori della Valmarecchia e del Montefeltro sono interessati da un rilevante numero di progetti per la costruzione di grandi impianti eolici sull’Appennino, la cui realizzazione andrebbe a incidere pesantemente sul territorio, inasprendo il dissesto idrogeologico e impattando sul paesaggio, con probabili contraccolpi alla vocazione turistica del medesimo;

- il progetto “Badia del Vento” prevede la realizzazione di un impianto eolico industriale per la produzione di energia da fonte rinnovabile mediante l’installazione di n. 7 aerogeneratori, con pale alte 180 metri, che occuperebbe una vasta area di crinale, in Toscana, ma con impatti rilevanti sulla Valmarecchia, essendo previsto sulla linea di confine con il Comune di Casteldelci (provincia di Rimini, Regione Emilia-Romagna); e, più precisamente, sul crinale che si sviluppa da Poggio Val d’Abeto passando per il Monte Loggio e il Monte Faggiola correndo lungo il confine con la Regione Emilia- Romagna nel comune di Badia Tedalda (AR).

Dato atto che

- sulla realizzazione di questo impianto, il cui iter autorizzativo è in via di conclusione da parte della Regione Toscana, hanno espresso parere negativo entrambe le soprintendenze regionali, sia quella romagnola che quella toscana, la Regione Emilia-Romagna con il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, la Provincia di Rimini, la Provincia di Forlì-Cesena, l’Unione dei Comuni della Valmarecchia, il Comune di Casteldelci e la Direzione Tutela della Natura della Regione Toscana: un “no” unanime per gli enormi impatti sul paesaggio, sulle aree naturali protette e sulla sicurezza del territorio per il conclamato rischio di dissesto idrogeologico (dimostrato, ad esempio, dagli eventi atmosferici del 2023 che hanno pesantemente colpito questi territori). Per le stesse ragioni, tutte le principali associazioni di tutela dell’ambiente e del paesaggio hanno manifestato un netto dissenso: Italia Nostra, il Wwf Rimini e Forlì-Cesena, il CAI Toscano, I Cammini di Francesco in Toscana, Mountain Wilderness Italia, Altura e Associazione D’là dé Foss (Al di là del Fosso).

Evidenziato che

- l’Alta Valmarecchia è territorio fragile, ma ricco di opportunità di crescita

turistica dell’entroterra, come certificato dall’Istat per i comuni non rivieraschi

della provincia di Rimini;

- in caso di realizzazione di tali impianti vi sarebbe un concreto rischio ambientale,

data la necessità di sbancamenti dei crinali al fine della realizzazione di infrastrutture, strade, trivellamenti profondi per reggere le imponenti torri d’acciaio, che verrebbero peraltro impiantante, a ridosso di aree di dissesto, generando pericoli e minando la sicurezza dell’intero territorio che, per sua specificità idrogeologica, è soggetto a frane;

- vi sarebbe, inoltre, un rilevante impatto paesaggistico dato che le zone interessate ((principalmente i comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria, Verghereto, San Leo, Badia Tedalda e altre zone, come il Monte Fumaiolo e l’Eremo di Sant’Alberico) subirebbero una grave compromissione dell’economia locale legata al turismo e alle attività socio-culturali che si stanno proponendo in questi ultimi anni secondo modelli innovativi e virtuosi di ripopolamento e di valorizzazione del territorio e delle sue risorse.

Sottolineato che

- a maggio 2023, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha comunicato per l’impianto “Badia del Vento” la procedibilità dell’istanza per l’avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 152/2006;

- in tale ambito, la Regione Emilia- Romagna, con nota del 30 giugno 2023, ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione Tecnica PNRR PNIEC di approfondire la valutazione degli effetti cumulativi sulle diverse matrici ambientali -con particolare riferimento al paesaggio, all’impatto percettivo e alla visibilità delle opere, all’impatto sulla avifauna-, rispetto ad altri progetti di impianti eolici esistenti, approvati o in corso di valutazione/approvazione nei territori dei Comuni interessati dal progetto “Badia del Vento” e nei Comunilimitrofi e le possibili interferenze con il progetto denominato “Badia del Vento” i cui aerogeneratori sono ubicati nel tratto di crinale immediatamente ad est, anche in funzione del possibile effetto barriera;

- non essendo presente “a monte” una fase di pianificazione e di VAS per tali progetti da fonte rinnovabile, il procedimento di valutazione di impatto ambientale rappresenta l’unica sede utile nella quale poter valutare gli impatti cumulativi dei progetti presentati in una determinata area.

Considerato che

- il quadro normativo sulle energie rinnovabili è in evoluzione: il 3 luglio scorso, è entrato in vigore il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica del 21 giugno 2024, recante la “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili (c.d. “DM Aree Idonee”), in

attuazione dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 199/2021;

-il Decreto Aree Idonee è stato adottato in attuazione dell’art. 20 del D.Lgs. n. 199/2021, che recepisce la direttiva europea 2018/2001 (c.d. “RED II”) sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e ha l’obiettivo di definire criteri uniformi per individuare le superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, con una particolare attenzione a garantire il rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC);

- la disciplina statale, da un lato, con l’art. 20, comma 8, del D. Lgs. n. 199/2021 identifica un elenco di aree che, su tutto il territorio nazionale e in via transitoria, sono automaticamente considerate idonee al fine di evitare ritardi nell’autorizzazione di nuovi progetti; dall’altro, con il DM Aree Idonee delinea un processo che attribuisce alle Regioni il compito di individuare, entro 180 giorni, le aree specifiche, attraverso leggi regionali.

Rilevato che

- tra i criteri di cui le Regioni dovranno tener conto ai fini dell’individuazione delle aree idonee e del raggiungimento degli obiettivi vi sono, al punto 2 “le esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché di aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e verificando l’idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili, delle infrastrutture di rete e della domanda elettrica, nonché tenendo in considerazione la dislocazione della domanda, gli eventuali vincoli di rete e il potenziale di sviluppodella rete stessa”;

- ai sensi dell’art. 7, comma 3, del DM citato le Regioni dovranno considerare come “non idonee” le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi dell’art. 10 e dell’art. 136, comma 1 lettera a) e b) del d.lgs 22 gennaio 2004 (il “Codice dei Beni Culturali”).

Rammentato che

- il 14 novembre 2024, con una serie di ordinanze, il Consiglio di Stato ha disposto la sospensione in via cautelare dell’efficacia dell’art. 7, comma 2, lettera c), del D.M. 21 giugno 2024 (c.d. “Decreto Aree Idonee”), disposizione che attribuiva alle Regioni la facoltà di derogare al quadro normativo statale previsto dall’art. 20, comma 8, del D.Lgs. 199/2021, consentendo loro di escludere determinate aree dalla classificazione come idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili;

- tali pronunce si inseriscono in un contesto giuridico caratterizzato da complesse interazioni tra la disciplina nazionale, volta a garantire un’omogeneità di trattamento su tutto il territorio, e le prerogative legislative delle Regioni. In tale quadro, il Consiglio di Stato ha inteso preservare l’efficacia delle norme primarie nazionali, evitando che eventuali iniziative legislative regionali, adottate nelle more del giudizio, possano compromettere il raggiungimento degli obiettivi strategici fissati a livello europeo e nazionale, tra cui quelli previsti dal PNRR.

Ricordato che

- nelle vicinanze dell’area dove viene proposta la realizzazione del parco eolico “Badia del Vento” era stato proposto nel 2011 un progetto con 36 aerogeneratori che, dopo un lungo processo amministrativo di valutazione di impatto ambientale da parte della Regione Emilia-Romagna e della Regione Toscana è stato archiviato nel 2020 per mancato superamento dei rilievi relativi alle criticità e agli effetti sul paesaggio;

Sottolineato infine che

- lo scorso 18 gennaio, Il Presidente della Regione Emilia-Romagna - Michele de Pascale ed Il Presidente della Regione Toscana - Eugenio Giani hanno sottoscritto una importante lettera di intenti, con l’obiettivo di dare una cornice stabile alle relazioni interregionali e per continuare e rafforzare la collaborazione attiva in vari ambiti;

 - in tale recente impegno viene evidenziata la volontà di implementare il coordinamento in merito agli aspetti infrastrutturali e paesaggistici su entrambi i versanti del crinale appenninico rispetto all’installazione di impianti di energia rinnovabile.

Tutto ciò premesso e considerato,

Interroga la Giunta per sapere

- se intenda sollecitare un ripensamento della Regione Toscana sui procedimenti autorizzativi di impianti eolici affinché tenga conto dei territori confinanti e dei pareri negativi già espressi in sede di Conferenza dei servizi, in considerazione delle loro peculiarità e delle volontà di preservare un territorio unico e di accompagnarlo verso linee di sviluppo sostenibile;

- quali azioni intenda intraprendere per sollecitare una giusta applicazione del principio di leale collaborazione con la Regione Toscana affinché, per impianti quale quello di Badia del Vento, vengano presi in considerazione, nell’ambito del procedimento autorizzatorio, gli effetti diretti e gli impatti sui Comuni di confine, nonché considerati e valutati nella giusta misura gli effetti cumulativi;

- se intenda interloquire con l’ufficio VIA della Regione Toscana al fine di sollecitare e attività di verifica circa gli aspetti geologici e geotecnici inerenti alla sicurezza del territorio, per i quali sono agli atti della Regione Toscana osservazioni da parte di geologi che evidenziano situazioni di alto rischio con particolare riferimento ai versanti a ridosso degli abitati del Comune di

Casteldelci.

 

Primo Firmatario:

Emma Petitti

Altri firmatari:

Alice Parma