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2024-03-28 15:56

Ritardi in tutta Europa sulla nuova direttiva per l’efficienza energetica degli edifici e sui Piani energia e clima

QUEL CHE C'È DA SAPERE

Solo sei Stati Ue -  Belgio, Danimarca, Finlandia, Olanda e Svezia - hanno presentato le loro strategie di ristrutturazione a lungo termine degli edifici e, come riferisce Euractiv, solo 16 hanno notificato alla Commissione Ue le loro misure di recepimento della direttiva europea 2018/844 sull’efficienza e la prestazione energetica nell’edilizia, che modifica le precedenti del 2010 e del 2012, con l'obiettivo di rendere l'intero patrimonio edilizio europeo altamente efficiente dal punto di vista energetico e decarbonizzato, in modo tale da ridurre le emissioni quasi a zero entro il 2050.

Il termine per il recepimento della direttiva del 2018 era fissato al 10 marzo e, per quanto riguarda l’Italia, il nostro governo ha inviato al parlamento lo schema di decreto legislativo di recepimento il 31 gennaio. La commissione industria del Senato ha effettuato un ciclo di audizioni ma poi l’emergenza coronavirus ha interrotto l’esame del provvedimento. Intanto è intervenuto il decreto legge “Cura Italia”, che ha prorogato di tre mesi i decreti legislativi in scadenza tra il 10 febbraio e il 31 agosto.

La nuova direttiva del 2018 impone agli Stati di elaborare strategie nazionali a lungo termine per sostenere la ristrutturazione efficiente di edifici pubblici e privati, con l’obiettivo di ridurre le emissioni nell’Ue dell’80-85% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990. Le strategie nazionali dovranno seguire tabelle di marcia per raggiungere l’obiettivo, con tappe intermedie per il 2030 e il 2040. Saranno messi a punto anche indicatori misurabili per monitorare l’attuazione delle strategie nazionali.

Intanto, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica, che si concluderà il 23 giugno, sui nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030, e sulle azioni e le politiche necessari per raggiungerli.

La Commissione Ue presenterà un piano globale e di valutazione d'impatto per aumentare l'attuale obiettivo del -40% al 2030, innanzandolo ad almeno il -50% e verso il -55%, rispetto ai livelli di emissione del 1990. Una volta definito, il nuovo obiettivo sarà inserito nella legge sul clima da poco presentata e determinerà un aggiornamento da parte della Commissione, entro l’estate 2021, della legislazione sull'efficienza energetica, le energie rinnovabili, la condivisione degli sforzi e il sistema di scambio di quote di emissioni dell'Ue.

C’è da registrare che cinque paesi non hanno ancora presentato i loro Piani nazionali integrati energia e clima (Pniec), nonostante il termine sia scaduto lo scorso dicembre. Euractiv riferisce che si tratta di Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo e Romania.