EOLICO D’OLTRALPE
Prima di costringere la Francia a subire il “massacro visivo” del suo incantevole paesaggio rurale a causa delle installazioni eoliche, bisognerebbe almeno eguagliare l’intensità carbonica della sua generazione elettrica, la più bassa in Europa grazie al nucleare.
In Copertina: Il villaggio di Les Nouillers in Charente-Maritime e le sue turbine eoliche. Foto: XAVIER LEOTY
L’inaspettato ribaltamento da parte dei magistrati del veto prefettizio a un parco eolico nel sud- est della Francia in prossimità di due dimore storiche tra cui un castello risalente all’epoca del Re San Luigi, ha spinto gli amministratori locali a intraprendere un’azioni a forte richiamo mediatico.
I sindaci di Gençay e Magné, i due comuni interessati, sono salite nella cesta di una mongolfiera che si è elevata a 180 metri dal suolo per fornire un’efficace percezione dell’impatto delle 4 pale giganti. “Un massacro visivo” lo definiscono.
Anche oltralpe, le accuse – più o meno consistenti - contro le torri eoliche si moltiplicano. Cementificano la campagna. Sfigurano il paesaggio. Provocano interferenze sulle onde radio e televisive. Decimano gli uccelli. Oltre due mila associazioni sono sorte per protestare contro questi nuovi blockhaus che deturpano i contorni della “Douce France”.
La battaglia anti-pale giganti (che superano anche i 200 metri) richiama la mobilitazione di centinaia di migliaia di francesi che si considerano inascoltati. Non sono contrari alle energie rinnovabili purché si rivelino efficienti, competitive e contribuiscano alla prosperità, purché siano socialmente accettabili. Non è attualmente il caso dell'eolico onshore particolarmente aggressivo nei confronti delle comunità locali.
A fomentare ulteriormente il risentimento delle popolazioni rurali intervengono i danni alla biodiversità che, sorprendentemente, non sembrano invece smuovere i soliti difensori dell'ambiente, pronti in genere a mobilitarsi per salvaguardare una particolare specie di lumaca.
Sebbene di un ordine di grandezza inferiore a quella provocata dal traffico, caccia, pesticidi, maree nere e scomparsa degli habitat naturali, la mortalità di volatili causata dalle pale eoliche non è indifferente. Con una capacità installata a fine 2023 di oltre 22 mila MW di turbine onshore e 480 MW offshore, il parco eolico francese, concentrato soprattutto nel Nord e dell’Est dell’esagono è il quarto in Europa per capacità, dopo Germania, Spagna e Regno Unito. L’anno scorso il vento ha coperto 8,5% del fabbisogno elettrico nazionale di cui lo 0,1% dall’eolico offshore ancora in fase embrionale.
Oltre al degrado rurale favorito ulteriormente dalla legge n° 2023-175 che crea delle zone di accelerazione delle energie rinnovabili, la federazione nazionale Vent de Colère denuncia che, secondo l’esperienza dei notai, tutte le case nel raggio di pochi chilometri di un impianto eolico perdono tra il 30 e il 40% del loro valore. Infatti, chi accetterebbe di acquistare una casa all'ombra di questi giganti?
Un altro argomento caldo sollevato da Jean-Louis Butré componente del gruppo Energie e Vérité è quello del fardello finanziario. “Da un lato, le nostre tasse, visibili sulle bollette dell'elettricità, sono in forte aumento per finanziare i 41 miliardi di euro in 9 anni destinati alle turbine eoliche, utilizzando esclusivamente i soldi dei contribuenti e dei consumatori. Questo finanziamento viene convogliato attraverso l'operatore nazionale EDF affinché riacquisti dagli sviluppatori l'elettricità eolica a 91 euro per MWh per 15 anni. Ricordiamo che per le centrali nucleari il costo marginale è di 33 euro per MWh. Spetta quindi a EDF coprire le perdite, nonostante le sue difficoltà finanziarie”.
A guidare le scelte nella transizione energetica dovrebbe essere la curva dei costi di abbattimento marginale secondo cui l’efficacia delle tecnologie pulite è valutata incrociando il risparmio di gas serra realizzato con i costi sostenuti, comprendendo anche quelli impliciti della devastazione paesaggistica.
In una nazione come la Francia, con una bassa intensità carbonica della generazione elettrica, inferiore a 60 g di CO2 per kilowattora grazie alla componente nucleare (in Germania è 350gCO2/kWh e 257grCO2/kWh in Italia, fonte Agenzia europea dell’ambiente) qual è la giustificazione dell’accelerazione di un piano di ciclopiche pale eoliche?