La Commissione europea ha adottato un elenco di 47 progetti strategici nel quadro del Critical Raw Materials Act (CRMA), per potenziare l’estrazione, la lavorazione e il riciclo delle materie prime critiche con l’obiettivo di soddisfare entro il 2030 almeno il 10% della domanda interna con estrazione europea, il 40% con lavorazione e il 25% con riciclo.

I 47 progetti selezionati, ubicati in 13 Stati Membri dell’UE (Belgio, Francia, Italia, Germania, Spagna, Estonia, Repubblica Ceca, Grecia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Polonia e Romania) coprono uno o più segmenti della filiera delle materie prime, con 25 progetti che comprendono attività di estrazione, 24 di lavorazione, 10 di riciclaggio e 2 di sostituzione delle materie prime.

Quattro i progetti italiani e riguardano esclusivamente il riciclo: si tratta del Portovesme Crm Hub (litio, Sardegna), Recover-It (rame, nichel e platino, Veneto), Alpha Project (platino, Toscana) e Life-22-Env-IT-Inspiree (terre rare per magneti, Lazio). I progetti italiani, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, confermano l’orientamento nazionale verso la circolarità e la valorizzazione delle risorse.

I 47 progetti strategici beneficeranno di 22,5 miliardi di euro di investimenti e di un supporto coordinato da UE, Stati membri e istituzioni finanziarie. Per accelerarne l’attuazione, saranno applicate procedure autorizzative semplificate: massimo 27 mesi per l’estrazione e 15 mesi per gli altri progetti, contro i 5-10 anni attuali.

Intanto, con la Delibera del 19 febbraio 2025 del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 73 del 28 marzo, l’Italia ha ufficialmente riconosciuto come strategici nove progetti sul proprio territorio, distribuiti tra Lazio, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana e Veneto. Parere negativo invece su un progetto nelle Marche, per l’elevata pressione ambientale già presente nell’area interessata.