Oggi:

2024-03-28 19:46

È tornato Pecoraro

GOVERNO E AMBIENTE AI TEMPI DEL GRILLISMO

di: 
Mario Signorino

Esibendo un distacco totale dal sistema di potere e dai suoi flussi di denaro, Grillo si spaccia per una sorta di marziano cresciuto in Italia in piena estraneità e innocenza. La sua feroce propaganda qualunquistica è da sempre presente nel sottofondo culturale dell’Italia contemporanea, e ora riemerge.

 

Questa volta gli eventi politici nazionali hanno un impatto diretto sulle questioni ambientali. Ma non è una buona notizia: perché, se è vero che il movimento 5 Stelle, vincitore delle elezioni, presenta nei suoi programmi vari temi ambientali, molte delle cose che propone, se fossero attuate, avrebbero un impatto disastroso sull’ambiente. E manderebbero all’aria quel poco che è rimasto di buongoverno.

Ma no, si dirà, Grillo sarà arginato dalle forze politiche “normali” – il PD ad esempio non gli farà fare il bello e il cattivo tempo, e metterà sul tavolo programmi ragionevoli. Giusto? No che non è giusto, non c’è da aspettarsi nulla di buono. Se il PD continuerà a inseguire i 5 Stelle, le materie ambientali entreranno probabilmente nella trattativa come merce di scambio, soprattutto in ambito locale. E a farne materia “sacrificabile”, a cedere, non sarà certo Grillo ma Bersani. Anche perché il Pd non ha posizioni proprie sull’ambiente e le proposte grilline trovano buona rispondenza nei programmi di SEL. No, non ci sarà nessun argine. E blandire i grillini è un gioco pericoloso per Bersani e per tutti noi: sarebbe stato meglio non tentarlo.


Viva la recessione
Nel programma elettorale del Movimento 5 Stelle ci sono sezioni dedicate all’energia e alla mobilità, ma non all’ambiente. Il che può voler dire che manca un’idea d’insieme, un criterio generale di valutazione e di scelta. Sembra che il Movimento si limiti a far proprie le iniziative che riscuotono il maggior successo nell’universo conformista della protesta. È questa l’origine del sostegno dato al mistificante referendum sull’acqua e del rifiuto di inceneritori e discariche.

Esibendo un distacco totale dal sistema di potere e dai suoi flussi di denaro, Grillo si spaccia per una sorta di marziano cresciuto in Italia in piena estraneità e innocenza. Il contesto culturale è quello dell’indignazione continua e della minaccia, che si è via via evoluto in senso ideologico. La sua feroce propaganda qualunquistica è da sempre presente nel sottofondo culturale dell’Italia contemporanea. Non c’è dunque novità vera, bensì il riemergere di una costante della vita pubblica. L’elemento in più di oggi è che non s’intravvedono vie d’uscita, né punti di forza su cui far leva. È su questo che Grillo vince.

Torniamo all’ambiente: l’auspicio della recessione (che sarebbe”felice” secondo uno slogan fesso e cinico), i rifiuti “zero” ma sempre più spesso spediti nel Nord Europa, il ciclo disastrato dell’acqua pubblica, il risanamento industriale interpretato in termini di resa dei conti con le imprese: neanche su questi punti Grillo innova, ma fa propria una cultura che è nata nel movimento verde e si è poi insediata nei luoghi frequentati dalla classe dirigente, che da tempo ha iniziato a farla propria. La vicenda drammatica della siderurgia di Taranto fa capire la portata dello tsunami che investirà nel prossimo futuro le residue fabbriche italiane quando si scatenerà appieno la crociata giudiziaria.

Diciamo allora, in sintesi, che una parte importante della classe politica e dirigente, a cominciare dalla magistratura, condivide ormai la stessa cultura – ideologica, movimentista, estremistica – agitata in tutti gli angoli del paese da Grillo. Sicché i futuri cedimenti al grillismo, in qualsiasi ambito avvengano, saranno vissuti da tutti, attori e spettatori, non come disastrose sconfitte, ma in positivo, come preziosi contributi alla tutela dell’ambiente.

E  che cosa aspettarci da questa cultura? Facciamola semplice. Vi ricordate Pecoraro Scanio ministro dell’ambiente nel governo di Prodi? Ve lo ricordate mentre le immagini dei rifiuti nelle strade di Napoli facevano il giro del mondo? Ecco cosa ci riserva il futuro: rivivremo quei momenti, ma potenziati al massimo, perché Grillo e Pecoraro sono amici per la pelle e Grillo, grazie al successo elettorale, riporta le idee di Pecoraro al centro delle istituzioni di governo. Dunque Grillo può far saltare il sistema, ma non innoverà i contenuti delle politiche di governo, anzi potrà farli peggiorare. D’altronde, credo che neanche gli importi della cosa.

“L’uomo più pericoloso d’Europa”, dice di lui“Der Spiegel”. E un po’ esagera. Perché Grillo non è “il problema”, ma un prodotto del problema, la rivelazione dell’incapacità della classe politica nazionale ed europea di affrontare la Grande crisi dell’economia e delle istituzioni, a cominciare dalla degenerazione del processo europeista.


5-Stelle e quattro gatti
Finalmente la vedremo all’opera, la Società civile, mentre passa tra canti e carole attorniata dal corteo degli ingenui, dei furbi e dei luddisti della domenica: insomma, quelli che hanno fatto bingo nelle ultime elezioni politiche, ottenendo un seggio in Parlamento grazie al televoto di quattro gatti nelle “Parlamentarie”.

Vanno a governare il paese. Gli hanno detto che in poche settimane risolveranno gran parte dei problemi dell’Italia, e forse ci credono. Forse però cominciano anche a capire di essere solo massa – sia pure una massa miracolata da un moderno re taumaturgo - e che il programma di Grillo e Casaleggio comporta dosi massicce di ubbidienza. Ma sembrano accettare con grande disinvoltura la carica reazionaria e autoritaria della predicazione grillina.

“Fuori i partiti, cittadini al posto di partiti, rovesciare la piramide”. Quello che Grillo propone è una regressione verso l’analfabetismo politico, che cancella storiche conquiste della democrazia: il superamento della democrazia diretta, la libertà di organizzarsi in partiti, la garanzia di forti istituzioni parlamentari, fortissime garanzie per l’individuo, il professionismo politico, l’efficienza della burocrazia, il governo del paese garantito da personale preparato e responsabile, la sottrazione della politica al monopolio dei ricchi mediante un equo compenso dei parlamentari e un limitato finanziamento pubblico della politica.


Rifiuti “alla napoletana”
Per finire, a mo’ di esempio, cerchiamo di capire quali sarebbero gli effetti della moratoria di inceneritori e discariche voluta da Grillo.

Ogni anno in Italia si producono circa 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, corrispondenti a 556 kg/pro capite. Il 35% di questi rifiuti – pari a 11,5 milioni di tonnellate - viene raccolto in modo differenziato. Rimangono dunque 21 milioni di tonnellate all’anno di rifiuto indifferenziato.

Di questi, 4,7 milioni vengono inceneriti e 15 milioni vanno in discarica.

Ora, se Grillo e i suoi seguaci riuscissero a fare approvare una moratoria di tutti i 50 inceneritori operativi in Italia e di tutti i conferimenti in discarica, il nostro paese si troverebbe da un giorno all’altro con quasi 20 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno (4,7 + 15 = 19,7) privi di destinazione e, quindi, lasciati per strada o esportati, con costi imprecisati.

Si tratterebbe di circa 54 mila tonnellate al giorno. E poiché non è possibile che, il giorno dopo la chiusura degli impianti, i rifiuti spariscano o vengano raccolti in modo differenziato e riciclati al cento per cento, almeno inizialmente questa sarebbe la situazione. Una situazione che precipiterebbe inevitabilmente in un disastro nazionale.

(Statistiche ufficiali: Rapporto ISPRA 2012; Rapporto ENEA-Federambiente 2012 sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia)

commento inviato da Renata Montesanti

Bellissimo articolo, corrisponde molto al sentire di chi lavora nel settore e vede lo scempio che sta accadendo a livello politico.
Renata

signorino...

Beh, trovo quel che dice il giiornalista Signorino di scarsissimo valore, un'accozzaglia di parole pesanti senza alcuna motivazione pseudoscientifica a supporto, se non alla fine (e forse sarebbe stato meglio tacere anche in quest'ultimo caso). Si afferma che senza inceneritori aumenta la quantità di rifiuti da trattare.....ovvio...., condizione necessaria è l'incremento della quota di raccolta differenziata, magari avvicinandola (allinearla sarebbe troppo) ai valori di Paesi Europei un po' più civili.
...ah, dimenticavo....si parla di ciclo disastrato dell'acqua pubblica....mumble mumble...temo di non avere capito...il Signorino è per la gestione privata con 'tariffe che garantiscano la remunerazione del capitale investito'??