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2024-12-11 07:21

Rifiuti radioattivi in Italia: nel 2023 aumento di +4,83%

QUEL CHE C'È DA SAPERE

Il 6 novembre è stato pubblicato dall’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) l’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi aggiornato al 31 dicembre 2023. Il documento viene predisposto sulla base dei dati che, annualmente, i diversi operatori, ai quali compete la responsabilità primaria della detenzione e gestione in sicurezza dei rifiuti stessi, trasmettono all’Ispettorato.

Secondo i dati dell’Inventario, che confermano ufficialmente quanto presentato a Governo e Parlamento a luglio di quest’anno nella relazione annuale dell’ISIN, il volume dei rifiuti radioattivi in Italia è aumentato di 1.504 metri cubi, raggiungendo un totale di 32.663,1 metri cubi, con una crescita del 4,83% rispetto al 2022.

La regione con il maggior volume di rifiuti è il Lazio, che ne detiene 10.549 metri cubi (32,30% del totale), seguita da Lombardia (6.435 mc), Piemonte (5.971 mc), Basilicata (4.280 mc), Campania (2.595 mc), Emilia Romagna (1.246 mc), Toscana (1.041 mc) e Puglia (546 mc).

L'incremento dei rifiuti ha interessato diverse categorie: rifiuti a vita molto breve (+255,3 mc), ad attività molto bassa (+891,29 mc), a bassa attività (+334,9 mc) e a media attività (+22,57 mc). L’impianto con l’aumento maggiore di volume di rifiuti radioattivi (+453,06 mc) è stato Nucleco S.p.A., situato presso il Centro di Ricerca ENEA della Casaccia (Roma), principalmente per il trasferimento dei rifiuti radioattivi provenienti dall’ex deposito Cemerad di Statte (Taranto), dove sono in corso operazioni di messa in sicurezza e bonifica da parte del commissario straordinario. Anche la centrale di Caorso ha visto un incremento per il ritorno nel 2023 dei rifiuti prodotti dal trattamento all’estero dei rifiuti radioattivi, originati dalla centrale negli anni '80.

Nonostante l’aumento del volume, l'attività totale dei rifiuti, delle sorgenti dismesse e del combustibile esaurito è calata di 759,6 TBq (-2,11%) rispetto al 2022, a causa del naturale decadimento radioattivo. Complessivamente, in Italia si registra una radioattività totale (espressa in termini di attività totale - misurata in Bq - dei radionuclidi contenuti nei rifiuti radioattivi, nelle sorgenti dismesse e nel combustibile irraggiato)  di 35.252,7 TBq, con il Piemonte al primo posto con 27.932,5 TBq.

Isin ha precisato che il 99% del combustibile nucleare irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse è stato inviato in Francia e nel Regno Unito per il trattamento chimico volto al recupero del materiale nucleare, con il ritorno previsto in Italia di rifiuti vetrificati di volume ridotto rispetto a quello originario.