QUEL CHE C'È DA SAPERE
Il 20 febbraio il Parlamento e il Consiglio europei hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta di Direttiva sulla qualità dell'aria (“Zero pollution”, “zero inquinamento”) presentata dalla Commissione a ottobre 2022.
La proposta di Direttiva (che sostituirà la Direttiva 2008/50 sulla qualità dell’aria e la Direttiva 2004/107 sui limiti nell’aria per arsenico, cadmio, mercurio, nickel ed idrocarburi policiclici aromatici) mira a definire a livello europeo standard di qualità dell'aria da raggiungere nell'ottica di realizzare l'obiettivo di inquinamento zero, allineando gli standard in materia di qualità dell'aria alle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
Le nuove norme stabiliscono standard europei rafforzati in materia di qualità dell’aria per il 2030, sotto forma di valori limite e valori obiettivo più vicini alle linee guida dell’OMS e che saranno riesaminati entro il 2030 e successivamente ogni cinque anni. Tra le sostanze inquinanti disciplinate dalla Direttiva, attraverso standard specifici, risultano il particolato fine e il particolato (PM2,5 e PM10), il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2), il benzo(a)pirene, l'arsenico, il piombo e il nickel. Per gli inquinanti con l'impatto documentato più elevato sulla salute umana, il PM2,5 e l'NO2 verrebbero abbassati i valori limite annuali rispettivamente da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³. Sono inoltre previsti più punti di campionamento della qualità dell'aria nelle città.
Gli Stati membri avranno la possibilità di richiedere, entro il 31 gennaio 2029, una proroga alla scadenza del 2030 (fino a 10 anni) per il raggiungimento dei valori limite per la qualità dell'aria, se saranno soddisfatte condizioni specifiche, ad esempio se le necessarie riduzioni possono essere realizzate solo con ripercussioni significative sui sistemi di riscaldamento domestico esistenti.
Gli Stati membri dovranno creare tabelle di marcia per la qualità dell’aria entro il 2028 per definire misure a breve e a lungo termine per rispettare i limiti al 2030 e, in caso di superamento di un valore limite o il rischio di superamento, dovranno definire tabelle di marcia e piani d’azione specifici per ridurre i valori e il rischio associato.
L’accordo, spiega una nota del Parlamento, prevede inoltre che siano resi comparabili, chiari e accessibili al pubblico gli indici di qualità dell’aria attualmente frammentati in tutta l’UE, che sia consentito ai cittadini interessati, alle ONG nel settore della salute pubblica e quelle ambientaliste l'accesso alla giustizia per contestare l'attuazione di questa Direttiva negli Stati membri e, inoltre, che questi ultimi debbano garantire ai cittadini il diritto di chiedere e ottenere un indennizzo in caso di danno alla loro salute a seguito di una violazione intenzionale o dolosa delle norme nazionali che recepiscono determinate disposizioni della Direttiva.
L'accordo dovrà ora essere adottato dal Parlamento e dal Consiglio prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale e dell’entrata in vigore 20 giorni dopo. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.