Il 28 novembre, durante il Consiglio Competitività dell’UE, il ministro delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Adolfo Urso, ha presentato un non-paper sull'industria auto, un documento informale redatto con il suo omologo ceco e sottoscritto da Austria, Bulgaria, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia, dal titolo “Joint proposal for a renewed European automotive policy: balancing competitiveness and climate ambition”.

Il documento propone di anticipare al primo semestre del 2025 la revisione del Regolamento europeo sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri, attualmente prevista per il 2026 e di anticipare anche la revisione della Direttiva sui veicoli pesanti, attualmente prevista per il 2027, per consentire alle imprese di adattarsi meglio alle nuove regole europee, evitando pesanti sanzioni stimate tra i 15 e i 17 miliardi di euro, e rilanciare la competitività industriale europea nel mercato globale.

Il non-paper ha ricevuto il sostegno di importanti associazioni imprenditoriali, tra cui Confindustria, BDI e MEDEF, e organizzazioni europee delle PMI industriali, come CONFAPI. Nel corso del dibattito si sono aggiunti una serie di interventi da parte di altri Paesi a sostegno della posizione italiana.

I firmatari chiedono un approccio realistico per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore automobilistico, riesaminando le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035, un obiettivo raggiungibile solo attraverso una revisione tempestiva del regolamento. Il non-paper sottolinea la necessità di anticipare la revisione delle norme non solo per i veicoli leggeri (2025), ma anche per quelli pesanti (2027). La revisione dovrebbe includere una valutazione dell’impatto economico e sociale, in particolare sulle PMI, e un'analisi dettagliata del ruolo di carburanti alternativi e infrastrutture di ricarica. Data la necessità di un dialogo continuo tra industria, Commissione europea e Stati membri, il documento propone l’istituzione di un forum di partenariato per discutere la strategia industriale dell'UE.

Inoltre, si spinge per la neutralità tecnologica, come indicato anche dal Rapporto Draghi, lasciando spazio a soluzioni alternative come motori endotermici alimentati con carburanti sostenibili e biocarburanti. Per garantire un contributo al processo di decarbonizzazione, si legge nel documento, per le emissioni “si potrebbe anche implementare un approccio di calcolo alternativo, aprendo la strada ad altre tecnologie che possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2”.

Il documento ribadisce l’importanza di coniugare sostenibilità ambientale, industriale e sociale, proponendo un Piano Automotive e un potenziamento degli strumenti finanziari a livello europeo per sostenere imprese e famiglie nella transizione. Necessario inoltre ridurre la dipendenza tecnologica dell’UE da Paesi come la Cina, che domina il settore delle materie prime critiche per la produzione di batterie elettriche, rafforzando la produzione locale e l'economia circolare.