Oggi:

2024-05-01 23:28

Si rinnova la Commissione Via con norme contro il conflitto di interessi e la corruzione. Per Renzi, la Valutazione d’impatto ambientale “è un meccanismo allucinante”

QUEL CHE C’È DA SAPERE

Il Ministero dell’ambiente ha pubblicato l’avviso per l’acquisizione di disponibilità alla nomina dei componenti della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS, cui compete il compito di esprimere pareri sulla compatibilità ambientale dei progetti delle opere di rilievo nazionale. L’avviso scadrà il 28 maggio e servirà a individuare i componenti della Commissione, che sono stati ridotti da 50 a 40 con il decreto “Competitività”. Un decreto del Ministro dell’ambiente ha fissato i criteri di nomina, professionalità, requisiti e incompatibilità.

Per quanto riguarda gli eventuali conflitti di interesse, si prevede che, nei tre anni successivi alla cessazione dell’incarico, il componente si impegni a non assumere rapporti di dipendenza, collaborazione o consulenza con imprese beneficiarie di atti autorizzativi da parte della commissione.

E’ prevista la decadenza dall’incarico in caso di conflitto di interesse “attuale o potenziale”, “tale da compromettere l'imparzialità e l'obiettività richiesta ai componenti della Commissione”.

Si individua come ipotesi di conflitto di interesse rilevante “l’aver intrattenuto nei due anni precedenti alla nomina, o intrattenere in costanza di incarico, rapporti di collaborazione e consulenza, anche a titolo gratuito, con imprese beneficiarie di atti autorizzativi emanati a seguito di provvedimenti di valutazione ambientale della Commissione o con enti che su tali imprese esercitino attività di vigilanza o controllo”.

Ai fini della prevenzione della corruzione, “non possono essere nominati membri della Commissione soggetti che ne abbiano fatto parte per un periodo continuativo superiore ai sei anni”.

Sul sito del Ministero è stato pubblicato anche l’Avviso pubblico per l’acquisizione di disponibilità alla nomina dei 23 componenti della Commissione istruttoria per l’autorizzazione ambientale integrata.

In un’interrogazione alla Commissione Ue, l’eurodeputata Eleonora Forenza (Sel) ha ricordato che “uno dei membri della Commissione Via sin dal 2005, Vincenzo Ruggiero, veniva definito nel 2008 «fortemente sospettato di essere asservito alla cosca Piromalli — Molè — Stillitano…» dalla Prefettura di Reggio Calabria, nella procedura di scioglimento per mafia del Consiglio Comunale di Gioia Tauro. Altri due membri della medesima commissione, Luigi Pelaggi, già capo di gabinetto del Ministro, e Gualtiero Bellomo, sono stati sostituiti nel 2014, dopo l’arresto per appalti sulle bonifiche e per gli appalti dell’Alta Velocità. Un altro membro, Vincenzo Sacco, amico del politico Marcello Dell’Utri condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato indagato per corruzione per il progetto Geogastock approvato da tale Commissione”. Alla domanda su quali misure intenda prendere “per assicurare che le decisioni ambientali sui progetti cofinanziati dall’Unione all’Italia non siano influenzate dalla criminalità”, la Commissione Ue ha risposto che “la prevenzione, l’individuazione e la lotta contro la criminalità e la corruzione associate ai progetti cofinanziati dall'Ue”, così come i criteri di nomina dei componenti della Commissione Via, rientrano nelle competenze dei singoli Stati. 

Intanto, intervenendo alla Borsa italiana il 4 maggio, il Presidente del consiglio, Matteo Renzi, ha affermato che “serve un generale ripensamento del sistema della valutazione d’impatto ambientale. E' un meccanismo allucinante. Stiamo tentando di modificarlo alla radice, attraverso la riforma della Pubblica amministrazione, che contiene una delega anche in questo settore”. 

Il riferimento di Renzi è al disegno di legge sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, collegato alla manovra finanziaria, approvato dal Senato il 30 aprile e ora all’esame della Camera, da dove probabilmente tornerà al Senato, perché il governo ha annunciato la volontà di modificare il testo uscito da Palazzo Madama.

Il provvedimento prevede una delega al Governo per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi e introduce nel procedimento amministrativo il nuovo istituto generale del silenzio assenso tra amministrazioni pubbliche, quando, per l’adozione di provvedimenti normativi o amministrativi, sia prevista l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta di competenza di altre amministrazioni pubbliche. In questi casi, è previsto che le amministrazioni debbano comunicare le proprie decisioni all’amministrazione proponente entro 30 giorni (suscettibili di interruzione per una sola volta), decorsi inutilmente i quali, l’assenso, il concerto o il nulla osta s’intende acquisito. In caso di mancato accordo tra le amministrazioni coinvolte, il Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, decide sulle modifiche da apportare allo schema di provvedimento.

E’ previsto che questa nuova disciplina si applichi anche nel caso di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini; in tal caso, il termine è di 60 giorni. In questi casi, però, secondo un’analisi del testo condotta dal Servizio studi della Camera, “non sembrerebbe possibile l’intervento del Presidente del Consiglio”.