E come mai potremmo classificare, Alessandro, questa tua sortita? Della serie “Gioire delle disgrazie altrui”,” maramaldeggiare”, o che altro? E perché la tua lettera ci viene recapitata da un avvocato? C’è sfuggito qualcosa? È un nuovo modo di tenere i rapporti amichevoli, o anche quelli politici o professionali? Chiediamo: si vogliono porre obiettivi politici o una questione privata? In verità, la lettera si apre con la piena condivisione della sentenza di condanna e si chiude affermando “con enfasi che gli scienziati saranno, in futuro, più che disposti a mettere al servizio della comunità la loro esperienza”. Quali scienziati? Intanto questi, che chiudono la lettera con un inequivocabile “restiamo a disposizione”. Non è una bella sensazione; e quanto a stile, siamo messi maluccio. Chiamo l’avvocato?