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2024-12-11 06:43

SNPA in Bilico fra Inadempienze Governative e Sentenze della Magistratura Contabile

FINANZIAMENTO DELLE AGENZIE PER L’AMBIENTE

di: 
Giovanni Barca

La mancata attuazione della riforma che ha istituito il Sistema nazionale di protezione ambientale sta diventando un fattore di scarsa credibilità delle istituzioni per un corretto svolgimento delle politiche ambientali. E, a insidiare la vita delle Agenzie, ci si mette pure la Magistratura contabile….

In Copertina:  Foto Pixabay

 

Negli ultimi anni la Magistratura contabile ha contestato i bilanci di alcune Regioni circa il trasferimento delle risorse del Fondo sanitario nazionale, alle proprie Agenzie ambientali.

Per prima la Corte dei conti della Regione Sicilia nel 2019, per ultima quella della Regione Liguria nel 2024 contestano alle Regioni di dirottare parte del Fondo sanitario regionale   necessario a garantire i Livelli essenziali di assistenza (LEA ) per finanziare le attività delle proprie Agenzie per la tutela dell’ambiente.

La pratica di assegnare alle Agenzie dell’ambiente parte dei fondi della sanità è in uso da oltre trent’anni e deriva direttamente dall’origine del sistema delle agenzie, cioè da quando, a seguito del referendum popolare sui controlli ambientali, fu varata la Legge 61/1994 che prevedeva espressamente la fattispecie.  . La legge 132/2016 di riforma della 61/’94, seppure inattuata non  avendo mai approvato i Livelli essenziali di tutela ambientale (LEPTA), nulla innova al proposito.

Una disamina della questione è ben esposta nella Posizione dell’associazione AssoArpa cui partecipano tutte le Agenzie Regionali ma non Ispra.  AssoArpa spiega come i combinati disposti dalle varie norme in vigore, se lette attentamente ed in sequenza storica, legittimino il comportamento delle Regioni e la formazione dei relativi bilanci. Nella stragrande maggioranza dei casi, le risorse provenienti dal Fondo sanitario regionale rappresentano, da anni, circa il 90% del bilancio delle Agenzie dell’ambiente che, altrimenti, non potrebbero svolgere i compiti affidati dalla legge per garantire a tutti il rispetto delle norme ambientali, per lo più di provenienza dell’Unione Europea, ed i dettami di una Costituzione da poco innovata in proposito.

La posizione della Corte dei conti ligure, in ritardo rispetto ad altre Corti regionali, la dice lunga sulla confusione che ancora vige in argomento. Il Procuratore ligure, infatti, insiste sul fatto che, in Liguria, nella Sanità, ci sono disfunzioni, ritardi e guasti diagnostici che sollecitano giuste rivendicazioni da parte dei destinatari del servizio. In Toscana, la Corte ha chiesto alla Regione di individuare le attività di Arpat riconducibili alla prestazione dei LEA con l’indicazione dell’incidenza delle stesse sul finanziamento attualmente assicurato dal Fondo sanitario regionale.

Dal 2019, quando la Corte siciliana ha posto il problema per la prima volta, molte Regioni l’hanno confutato e in parte risolto; probabilmente troveranno una soluzione tampone anche in Liguria. Ma, in sostanza, le Regioni sono state costrette a dimostrare formalmente, capitolo di spesa per capitolo di spesa, ciò che è chiaro ai più e cioè che una tutela dell’ambente giova anche alla nostra salute.

Tuttavia, la questione non è ancora  completamente risolta, se la Corte costituzionale con recente sentenza n. 1/2024  ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme siciliane portando come motivazione la violazione della legge statale che fissa disposizioni  in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni. In particolare, la Consulta evidenzia la necessità di un’esatta perimetrazione delle entrate e delle uscite relative al finanziamento del Servizio sanitario nazionale.

Ciò che lascia sconcertati è quanto evidenziato a più riprese - anche dagli articoli de l’Astrolabio -  e cioè che, a trent’anni dalla legge 61/’94 e a più di venti dalla prima elaborazione del concetto di Livelli essenziali di tutela ambientale (LEPTA), ancora non sia stato affrontato e risolto il problema né si sia riusciti ad attuare in quasi nessuna parte la legge 132/2016 approvata in Parlamento col voto unanime dei partiti.

La via è tracciata da tempo: dovrebbero essere approvati i LEPTA ed un Contratto collettivo nazionale di lavoro specifico per gli operatori delle Agenzie, non solo per un rilancio del ruolo delle Agenzie ma per la credibilità stessa delle istituzioni.

C’è da chiedersi se alla politica, agli amministratori e ai molti portatori d’interesse che hanno a che vedere con le questioni ambientali interessi davvero un Sistema delle Agenzie autorevole e capace di fornire i servizi che sono alla base di politiche ambientali efficaci e cioè:

- la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati certi sulle matrici ambientali,

- la capacità di dare pareri adeguati in fase d’autorizzazione delle attività,

- la garanzia di effettuare indispensabili controlli in fase d’esercizio.