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2025-05-17 13:57

I Dati Ufficiali Smentiscono una Rappresentazione Catastrofista della Realtà

BILANCIO DISASTRI CLIMATICI 2024

di: 
Gianluca Alimonti*

Non è la prima volta che l’autore - imperturbabile alle accuse di negazionismo con cui si è tentato di zittirlo - mette in rilievo i dati reali dei rapporti ufficiali sui disastri climatici, al di là dei titoli e degli abstract con cui vengono presentati dagli uffici stampa e dagli organi di informazione, i quali subiscono -ben più delle equipes di ricerca- la pressione ad allinearsi al clima di catastrofe permanente.

In Copertina: Foto Amici della Terra

 

In occasione della pubblicazione del rapporto di Legambiente “Bilancio 2024 dell’Osservatorio Città Clima”, ci sono stati diversi messaggi stampa terrorizzanti: riporto qui l’incipit del servizio del TG1 delle 13:30 del 30 Dicembre 2024:“È stato un anno nero per il clima dall'Atlantico al Pacifico, il 2024 è stato segnato da eventi estremi senza precedenti. In Italia sono stati 531, sei volte in più in un decennio”… e questo è solo un esempio di come i media abbiano ripreso e diffuso il senso del rapporto.

La prima considerazione che viene alla mente è che un aumento di 6 volte in dieci anni degli eventi estremi climatici in Italia è qualcosa che non può avere alcun senso reale: saremmo passati da 60 eventi nel 2015 a circa un evento estremo al giorno nel 2024! Ma al di là di considerazioni di “buon senso”, ciò che contano sono i dati.

Ed i dati parlano chiaro. Basta vedere il report a cura del CNR-IRPI (Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica) sulle frane ed inondazioni in Italia dal 1951 ad oggi: https://polaris.irpi.cnr.it/frane-e-inondazioni-con-conseguenze-dirette-sulla-popolazione-italiana-un-trend-in-aumento/

Come purtroppo ultimamente spesso succede, bisogna saltare a piè pari il titolo (spesso anche l’abstract di articoli scientifici, alle volte scritti più per compiacere l’editore che non per presentare il vero contenuto del lavoro) ed avere il coraggio di leggere l’intero scritto. Si scopre che gli eventi di frane ed inondazioni in Italia con almeno un decesso o un disperso hanno un andamento costante dal 1951 ad oggi. Ci sono stati anni particolarmente nefasti come il 1951 ed il 1966 (le alluvioni del Polesine e di Firenze tra tutte) e tra i decessi non può non spiccare la tragedia del Vajont che, però, nulla ha a che vedere col clima. Ma negli ultimi anni, ed in particolare concentrandoci dal 2015 ad oggi, il numero di eventi con frane ed inondazioni con almeno un decesso o un disperso non ha subito alcuna variazione rispetto agli anni precedenti ed il recente aggiornamento del 2024 conferma la stazionarietà di tali fenomeni con 14 eventi e 19 tra decessi e dispersi. Naturalmente in questo conteggio rientra anche quanto accaduto in Emilia Romagna nel 2023 che evidenzia ancora una volta come i drammatici effetti di tali fenomeni continuino ad essere presenti nel nostro fragile territorio e pur non mostrando particolari recrudescenze.

Leggendo la statistica in maggior dettaglio, si evidenzia addirittura un andamento in diminuzione dei decessi, quale probabile effetto dell’efficacia di opere di difesa strutturale ed il miglioramento dei sistemi previsionali e questa è certamente la strada più adatta per far fronte a questo tipo di fenomeni che ci sono sempre stati e che continueranno ad esserci.

Una leggera tendenza alla crescita (niente a che vedere col fattore 6 del rapporto citato all’inizio!) si osserva invece per gli stessi eventi di frane ed inondazione con generiche conseguenze sulla popolazione che non hanno cioè causato decessi o dispersi: viene però subito chiarito che diversi fattori potrebbero concorrere all’apparente aumento quali la maggiore disponibilità di notizie, l’aumento dell’esposizione delle persone in aree a elevata pericolosità, l’inarrestabile consumo di suolo” e solo come ultimo elemento si cita la variazione del regime pluviometrico, presente ma certamente non in misura così marcata come spesso riportato da diversi media che amano parlare di “bombe d’acqua”.

Assai simile all’andamento visto in Italia, appare la situazione globale mostrata dai dati di EM-DAT, database globale dei disastri naturali, con un andamento stabile dal 2000 ad oggi: https://ourworldindata.org/grapher/number-of-natural-disaster-events?time=2000..2023 (i dati relativi al 2024 sono in fase di aggiornamento ed attorno a 400 eventi, in linea con gli ultimi anni).

Si sottolinea che EM-DAT raccomanda vivamente di escludere i dati precedenti al 2000 dalle analisi di andamento in quanto tali dati sono incompleti: le tecnologie a disposizione e le iniziative volte a registrare eventi estremi e disastri naturali sono migliorate moltissimo in anni recenti e questi sono i motivi del “better reporting”, come anche mostrato nel seguente lavoro: https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/17477891.2023.2239807

Non è da escludersi che problematiche simili siano alla base dell’insensato aumento riportato nella pubblicazione che ha dato origine ai fuorvianti comunicati citati all’inizio.

È un peccato che importanti media non facciano riferimento ad un rinomato Ente Pubblico di Ricerca come il CNR e ad affidabili database internazionali, a cui si preferiscono invece report forse non altrettanto solidi.

 

*Gianluca Alimonti - INFN e Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Fisica, Milano.

Ottima riflessione

E' incredibile il continuo sproloquio che si sente fare dai MEDIA sull'argomento.
Possibile che la gente non reagisca a tanta speculativa e fuorviante narrazione?