NOMINE ARERA
La strada maestra per le nomine di ARERA esiste e va seguita: è la legge istitutiva. Prima la competenza poi l’appartenenza.
Il tempo stringe, sia pur nell’indifferenza generale. La prorogatio dello scaduto collegio di ARERA (autorità indipendente di regolazione dei servizi di elettricità, gas acqua e rifiuti) termina la prima decade di ottobre e l'iter di nomina è complesso. Non c'è più spazio per la spartizione partitica che ormai è chiaro essere la causa del ritardo delle nomine di questa autorità indipendente. È arrivato il momento del game change rispetto alle manovre che hanno condotto allo stallo.
La strada maestra esiste ed è tracciata dalla legge 481 del 1995, che istituì l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, cui furono poi aggiunte competenze sull’acqua e sui rifiuti: il Governo designa, le Commissioni parlamentari votano a maggioranza dei due terzi. Una strada che porterà i nomi fino al Quirinale, dove il Presidente Mattarella - garante della legalità - apporrà la sua firma al DPR di nomina. È lecito immaginare che apprezzerebbe finalmente nomine rispettose dei criteri di legge anziché dei ricatti incrociati dei partiti.
Secondo la legge, infatti, i partiti devono votare in Commissione ma il voto a due terzi serve a garantire la terzietà dell’Autorità rispetto alle possibili diverse maggioranze parlamentari nei sette anni di mandato, non a designare un commissario per ogni partito. L'articolo 2 della 481 è cristallino: servono "competenze di settore" e "indipendenza di giudizio", non tessere di partito. Invece da mesi assistiamo a indiscrezioni di nomi di ex senatori, ex deputati, o persino parlamentari in carica, fuorché esperti di regolazione e di settore.
In agosto si è avuto un solo segnale importante. Palazzo Chigi ha fatto filtrare il nome di Nicola Dell’Acqua, non un politico, ma espressione del civil service: Protezione civile, Regione Veneto, Commissario straordinario. Certo, l'energia non è il suo forte, ma le sue competenze nelle risorse idriche sono fuori discussione. Questo non è un giudizio di valore, osserviamo solo il rispetto della legge. L’acqua è materia del mandato di ARERA dalla fine del 2011 (Governo Monti); oltretutto, competenza finora sottorappresentata negli ultimi due Collegi.
Questo però è il paradigma: prima viene la competenza specifica, poi l’orientamento politico. Tutti i componenti vanno scelti anteponendo competenza a rappresentanza. C’è poco tempo, se le componenti politiche non presentano rapidamente nomi competenti, sarà il Governo a doversi assumere la responsabilità di mandare in Commissione una squadra rappresentativa sì dei vari orientamenti, ma soprattutto di solide competenze regolatorie nelle diverse discipline necessarie: servono giuristi, economisti e tecnici.
Come spesso certifica l’Astrolabio, e Amici della Terra nella Conferenza annuale, queste competenze non mancano in Italia. Poi le Commissioni si prenderanno le responsabilità di approvare o meno. Difficilmente potranno bocciare esperti indicati dal Governo che siano anche rappresentativi delle varie aree politico-culturali, non essendo state capaci di farlo loro.