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2025-12-05 05:25

Cinghiali, in Europa 5 Ogni 100 Abitanti

BIODIVERSITA’

di: 
Fabio Modesti

L’autore riferisce di una recente ricerca sulla presenza di cinghiali nei Paesi europei (anche extra UE) basata su modelli matematici e dati affidabili. Sono raddoppiati i cinghiali prelevati dai cacciatori negli ultimi 15 anni ma il numero continua ad aumentare. La peste suina africana (PSA) incombe ancora.

In copertina: cinghiali sulla neve vicino agli alberi – foto ©Arthur Smaal – https://www.pexels.com/it-it/

 

«Questo lavoro segna una pietra miliare nel monitoraggio della fauna selvatica a livello europeo. Per la prima volta, per quanto ne sappiamo, abbiamo combinato la modellazione spaziale con le stime della densità locale utilizzando un approccio armonizzato per produrre mappe di densità calibrate per una specie di vertebrati terrestri. Questo risultato è stato reso possibile grazie a un quadro di monitoraggio a lungo termine che applica rigorosi standard di qualità dei dati e include metadati dettagliati per valutare l’affidabilità dei dati».

Così, con toni un po’ trionfalistici, gli autori (molti, tra cui tre italiani delle Università di Sassari e di Torino) di un recentissimo studio pubblicato sulla rivista scientifica Research Square sulla diffusione della popolazione di cinghiale (Sus scrofa) nel territorio europeo anche extra UE. Il numero di cinghiali è cresciuto in modo impressionante negli ultimi decenni soprattutto a causa delle sconsiderate immissioni di esemplari da parte dei cacciatori in tutto il continente.

«I risultati – scrivono gli autori – indicano una popolazione totale di cinghiali selvatici in Europa tra i 13,5 e i 19,6 milioni di individui prima della stagione di caccia ogni anno nell’areale principale dei cinghiali selvatici prima della comparsa della Peste Suina Africana (PSA)».

«Una delle principali conseguenze dell’aumento della densità di cinghiali – scrivono ancora i ricercatori – è l’aumento del rischio di epidemie. La peste suina africana è stata rilevata per la prima volta nell’Unione europea nel 2014 in Lituania, Polonia, Lettonia ed Estonia e da allora si è diffusa sia a livello locale che attraverso attività legate all’uomo. Sebbene sia stato ottenuto un certo successo nel controllo della diffusione a lunga distanza attraverso solide strategie di gestione, la PSA continua ad espandersi, riducendo significativamente le popolazioni sia di cinghiali che di suini domestici.

Primi focolai di PSA nei cinghiali selvatici in un’area specifica. I colori più scuri denotano date di introduzione precedenti (fonte: https://doi.org/10.21203/rs.3.rs-7526029/v1)

 

La gestione della fauna selvatica in Europa è frammentata, con strategie di controllo della PSA che variano da Paese a Paese. Queste differenze influenzano anche la pressione venatoria in modi imprevedibili, rendendo difficile l’utilizzo dei registri di caccia per dedurre la densità dei cinghiali selvatici dopo l’emergere della PSA». I dati sulla densità dei cinghiali sono stati raccolti da 83 diverse località, principalmente a fine estate o inizio autunno, utilizzando l’approccio Random Encounter Model (REM). Alcuni dati aggiuntivi sono stati reperiti dalla letteratura pubblicata. Sono stati inclusi solo dati provenienti da aree in cui PSA non era stata rilevata nei cinghiali al momento della stima della densità, sulla base degli ultimi aggiornamenti delle misure di zonizzazione della PSA dell’UE.

Per garantire la qualità e la coerenza dei dati, sono stati applicati i seguenti criteri di selezione: (1) affidabilità metodologica: sono stati inclusi solo gli studi che hanno seguito i protocolli di campo e analitici raccomandati dal consorzio ENETWILD; (2) incertezza della stima: ogni stima della densità doveva includere una misura di incertezza, in particolare il coefficiente di variazione; (3) dati georeferenziati: l’ubicazione esatta di ciascuna area di studio doveva essere chiaramente georeferenziata. Le stime di densità risultanti variavano da 0,18 a 74 cinghiali per chilometro quadrato. Le densità più elevate si riscontravano tipicamente nelle aree protette o periurbane, dove il controllo della popolazione è limitato e la disponibilità di cibo è maggiore. Sono stati inoltre utilizzati il modello di occorrenza (frequenza di avvistamento pre e post PSA) ed il modello di caccia (basato sul rendimento venatorio in base alle densità di popolazione dei cinghiali).

 

Risultati

I risultati scaturiti dall’applicazione dei due metodi hanno prodotto una forchetta relativa alla popolazione totale di cinghiale nei Paesi europei (anche extra UE) tra 13,5 milioni di capi (per il modello di occorrenza) e 19,6 milioni di capi (per il modello di rendimento venatorio). «Sebbene per alcuni Paesi (ad esempio Russia, Slovenia, Svizzera) si siano riscontrate discrepanze nella stima della popolazione in base alla metodologia applicata, in generale si è riscontrata una chiara associazione tra le stime ottenute per Paese», sostengono i ricercatori.

Per l’Italia il modello di occorrenza dà un risultato di densità media di 3,18 capi/km2 con una popolazione totale di 955.936 capi; il modello di caccia dà una densità media di 5,85 capi/km2 ed una popolazione totale di 1.749.584 capi, con 313.080 capi cacciati nel 2022 ed una popolazione limitata e distribuzione in aumento in Sicilia (8,5% della superficie totale italiana).

«Nonostante la PSA – affermano i ricercatori -, il numero medio di cinghiali cacciati annualmente è aumentato del 4% nell’ultimo decennio, con circa 120.000 cinghiali in più cacciati ogni anno. Con la continua crescita delle popolazioni, si prevede che le nostre proiezioni si allineeranno maggiormente alle stime basate sulla caccia, riflettendo il pieno potenziale della specie in termini di abbondanza. Nel complesso, riteniamo che le nostre stime a livello nazionale delle popolazioni totali di cinghiali siano sostanzialmente coerenti con le aspettative. Tuttavia, permangono alcune discrepanze tra gli approcci di modellazione e tra i singoli Paesi».